sabato, giugno 16, 2007

Biennale di Venezia 2007

Pochi giorni fa una newsletter di Flash Art diceva così:

"Dopo il Carnevale di Venezia (la Biennale) andiamo tutti a vedere una vera e seria mostra d'arte: la Fiera di Basilea.
A partire da oggi, dopo le delusioni della Biennale di Venezia e per riconciliarci con l'arte e il mercato reale, vi aspettiamo tutti alla Fiera di Basilea e a Liste."


Questa la risposta della nostra amica fede:

Giancarlo Politi si sa, è solo un ometto borioso e pieno di sè, la sua presunzione e la tracotanza che usa nelle sue spassose mail "ecumeniche" con questa hanno toccato vette senza precendenti.
Definire un carnevale la Biennale in corso a Venezia è un palese sintomo di ignoranza, ingnoranza della storia dell'arte, ignoranza delle buone maniere e soprattutto una malcelata invidia.
Tutto si può dire della Biennale, tranne definirla così, va infatti al curatore Robert Storr il merito di aver saputo organizzare il tutto con rigore, metodo e armonia. Anche le opere meno affascinanti e di interesse si collocano senza sfigurare all'interno di una cornice che sì, magari non offrirà niente di nuovo, di eclatante, di sorprendente, ma che comunque si distingue dalle precendenti edizioni. Fra le sorprese del padiglione africano, finalmente non più dedicato ad arte "etnica", la monumentalità dell'opera di Giuseppe Penone per l'Italia e gli interessanti lavori di Russia, Grecia e Canada, possiamo parlare di un'esibizione per il pubblico, che può piacere alla gente comune, così come agli esperti di settore, nonostante le polemiche nate dal fatto che parte delle opere saranno vendute. Alla faccia del signor Politi che pare aver scambiato le opere d'arte per titoli di borsa.


foto della Biennale e articolo sono di fede

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